Indipendentemente dal risultato del referendum che ha respinto la piattaforma della Troika (BCE, FMI e CE) rafforzando il governo Greco che, indipendentemente dalla reale capacità di gestire il paese, si sta dimostrando composto di politici acuti e le dimissioni del ministro Varoufakis lo dimostrano perchè allontanando formalmente la radicalizzazione del negoziato ormai arenato, di fatto riporta in discussione il tema della democrazia dei popoli e sposta il tema da economico a politico.
La piccola Grecia ha sottolineato con questo "OXI" il rifiuto a un Europa di potentati economici, incapaci di pensare al futuro e alle visioni e i nuovi equilibri che si stanno formando. L'Europa è una vecchia signora che non ha più vitalità e i suoi politici sono i moderni gabellieri dell'imperatore che sanno solo chiedere sacrifici e tasse senza costruire nulla, una macchina talmente complessa che serve solo a se stessa.
La cosa incredibile è che da ricattati e all'angolo sono riusciti a esporre i punti deboli dell'avversario minando alla stabilità della moneta unica che esiste su trattati incompleti e concepiti solo per gli addetti ai lavori senza alcun tipo di consenso popolare. E quindi ecco le turbolenze finanziare, l'incidenza sui tassi l'innalzamento dello spread tutto quello che a noi italiani non serve e dopo quello che si è fatto in termini di rinunce non ci meritiamo.
La speranza di tutti sicuramente non è quella di una uscita né dall'unione monetaria né dall'unione europea, siamo realisti è solo debito e come in tutte queste situazioni i colpevoli che sono quei Greci bricconi che hanno fatto credere al loro popolo che potevano vivere ben al di sopra delle proprie possibilità non facendo nessun tipo di riforma e che spesso si sono fatti ingannare dietro qualche bustarella a comprare forniture militari da francesi o tedeschi del tutto inutili; la situazione sicuramente si sistemerà in qualche maniera qualcuno ci rimetterà molti soldi come noi italiani che nella redistribuzione del debito greco non avevamo alcun credito nel 2009 e ora ne abbiamo per 42 miliardi di euro, si faranno tagli e cosi via, questa diventerà materia per tecnici ed economisti ma il punto è ovviamente politico. Come giustificare questo ai tedeschi concordi a far fuori la Grecia, come con gli olandesi scottati già dal fallimento dell'Islanda e come evitare effetti domino di paesi insofferenti all'austerità come Italia, Spagna Irlanda e Portogallo?
I nostri grandissimi protagonisti devono lasciare i tavoli economici e fare i politici, correggere i peccati di omissione, l'eccesso di rigore che in periodi di crisi non serve a nulla e creare uno spirito solidale democratico. Oggi la maggior parte dei cittadini europei sono ormai euro-scettici e stanchi di un rigore che in 7 anni non ha portato a nulla se non a far aumentare il PIL tedesco, ma ovviamente non siamo tutti tedeschi.
La Grecia vuole un tavolo per risolvere i suoi problemi, bene l'europa sicuramente sarà capace di indicare cosa e come fare, facendo, come fanno i bravi genitori con i loro figli più discoli, da protezione e da guida verso il futuro, non sicuramente con misure che sono state percepite dal popolo greco come punitive.
I popoli Europei vogliono un tavolo per parlare di sviluppo e crescita e per fare ciò è necessario uniformare tutti i sistemi europei di assistenza tassazione e previdenza nonché lavoro in un unico sistema o in sistemi molto simili fra loro, poiché l'unione in catene non serve a nessuno, si deve parlare di lavoro, di crescita e solidarietà, si deve parlare di politica estera comune, combattere i vari terrorismi e provvedere alle emergenze umanitarie che sfociano nell'immigrazione.
Senza quei tavoli i popoli come quello greco cominceranno a dire di NO, e ambiranno solo alla loro sovranità nazionale, mandando in frantumi decenni di sforzi per creare una federazione di grandi nazioni.
Nessun commento:
Posta un commento