mercoledì 8 luglio 2015

E' il capitalismo bellezza!

"L'anno scorso, signore e signori, il 40% di tutti i profitti societari americani era costituito da proventi finanziari, non dalla produzione o da qualcosa che avesse comunque a che fare con le necessità delle persone. La verità è che ci siamo tutti dentro. Banche, consumatori, tutti muoviamo la giostra dei soldi. Prendiamo 1 dollaro, lo pompiamo di steroidi e lo chiamiamo "leva finanziaria", io invece lo chiamo "finanza dopata". Ero considerato un uomo piuttosto sveglio nel mio ambiente, e forse sono stato dentro troppo a lungo, però la prigione può anche essere una salvezza; guardi oltre le sbarre e dici "Ehi, ma là fuori sono diventati tutti matti?!". E' chiaro come il sole, basta fare un po' di attenzione: la madre di ogni male di oggi è la speculazione, il debito indotto. In conclusione il vero nemico è il prestito, è ora di riconoscere che è un biglietto sicuro per la bancarotta, senza ritorno. E' sistemico, maligno, ed è globale come il cancro. E' una malattia, e dobbiamo combatterla." (Gordon Gekko)


Mentre in Europa viviamo la tragedia Greca incapaci dei necessari gradi di libertà per soluzioni alternative di tipo politico alla svelta, perdendo il vero obiettivo dell'Unione Europeo e della alleanza amicizia e solidarietà tra popoli; ma è pure vero l'economia finanziaria e la speculazione che dettano le leggi.

La speculazione ha portato alla perdita da metà giugno a oggi di circa il 30% della capitalizzazione a Shanghai ha perso il 6 % insieme ad Hong Kong. 
Ma cosa è capitato? Quale cambiamento è intervenuto nelle borse orientali? Semplice il capitalismo la speculazione l'avidità e di conseguenza la bolla speculativa che ha arrestato la crescita. Si è verificato quello che si è verificato in tutti i paesi occidentali la corsa all'oro rappresentato dai facili e istantanei guadagni che hanno portato a molti risparmiatori ( a Shanghai si parla di circa 90 Milioni di persone che hanno investito in titoli) hanno chiesto dei prestiti per investire in borsa e da qui le speculazioni... diciamo prove tecniche di liberalizzazione e capitalismo.

La borsa cinese è cresciuta del 150 % dall'inizio dell'anno e questo perché piccole aziende si sono quotate nonché l'attrazione dei piccoli risparmiatori che hanno cominciato ad investire, ed ecco le perdite fatte per il 40 % delle piccole smallcap (745 aziende che costituiscono il 26 % del listino) che il governo cinese ha sospeso dal listino nei giorni scorsi per evitare perdite peggiori.

L'autorità cinese che regola il mercato borsistico (China Securities Regulatory Commission) ritiene che sui mercati sta prevalendo "il panico irrazionale". La Banca Centrale cinese, riferisce l'agenzia ufficiale Xinhua, ha annunciato che garantirà la liquidità necessaria per stabilizzare i mercati borsistici cinesi e per scongiurare rischi sistemici. Da Pechino giunge un ulteriore segnale: la Commissione che controlla i 112 colossi imprenditoriali di proprietà dello Stato ha ordinato loro di non vendere azioni loro o delle loro controllate "durante questa inusuale volatilità" del mercato. 
Il governo cinese è quindi corso ai ripari cercando di evitare questo corto circuito rappresentato dalla imminente liberalizzazione delle aziende di stato e la bolla imminente; ha effettuato azioni di bonifica economica sui governi locali e per eventuali showdown bancari ha immesso sul mercato enorme liquidità in moneta cinese, proteggendo anche gli stessi broker impedendo loro di vendere per avere maggior liquidità e prevenire di fatto vendite incontrollate. Di fatto sono state congelati i nuovi piazzamenti in borsa tutto ciò per preparare stabilmente al libero mercato.

A gettare però benzina sul fuoco ci stanno pensando inoltre le banche d'affari americane che vendendo titoli cinesi, sotto la guida del governo indispettito dall'allineamento di Pechino a Mosca e dal mancato accordo dei 

Quale cambiamento sta avvenendo in Cina per questo cambio di rotta economico? Semplice il cambio  del ciclo economico cinese o meglio la fase due del suo sviluppo, da paese produttore a paese consumatore, l'eccessiva liquidità ha portato a investimenti sulla totale automazione robotica di molte fabbriche per soddisfare i crescenti consumi interni e sicuramente ad un paese produttore e manifatturiero di alta qualità come il nostro l'ascesa di nuovi ricchi apre nuovi scenari economici su larga scala.

Le Borse del Vecchio continente si muovono lungo uno sentiero sempre più stretto dove a farla da padrona è la volatilità dalla quale trarre vantaggio sono solo gli speculatori. D'altra parte per gli investitori la ripresa economica è minacciata a oriente dallo Cina e a occidente dalla Grecia. Sullo sfondo, poi, resta l'incertezza sulle prossime mosse della Federal Reserve che fino ad oggi a sostenuto la crescita americana con tassi fermi a zero da anni: adesso, però, il governatore Janet Yellen vorrebbe iniziare la stretta monetaria. Aumentando l'incertezza dei listini. 

La crisi finanziaria in Cina è, secondo un'analisi del Daily Telegraph, il vero problema, rispetto "pantomima greca". Secondo Jeremy Warner, vicedirettore del Telegraph, "mentre gli occidentali si stanno concentrando sulla Grecia, una crisi finanziaria potenzialmente molto più significativa si sta sviluppando dall'altra parte del mondo. Quella che alcuni stanno iniziando a chiamare il 1929 cinese", da nome della più celebre crisi economica del secolo scorso, "che innescò la grande depressione".

Malgrado questi annunci, la Borsa di Shanghai ha solo leggermente limato le perdite, attestandosi attorno a -4%, per poi invertire nuovamente la rotta e chiudere in calo in calo del 5,90%. Panic selling anche ad Hong Kong, con l'indice Hang Seng che cede il 7,7% dopo aver toccato un minimo dell'8,3%. Si tratta del peggior calo dall'ottobre 2008, stagione del fallimento della Lehman Brothers.

Ma del resto questo è il capitalismo!




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